Cimitero di San
Cataldo
Modena 1971-76
Vista del cubo |
Il cubo di Aldo
Rossi può sembrare una casa abbandonata, un edificio a forma di cubo
completamente cavo all'interno. La forma è
molto regolare, con la scansione delle finestrelle e i quattro lati
completamente uguali. Vi si può entrare da ogni lato e da ogni punto.
All'interno di esso si trovano gli ossari del cimitero, tutti regolarmente
depositati in piccole celle quadrate, numerate e una di fianco all'altra. Una
casa non abitata, o meglio abitata dalle ossa dei defunti, una casa imponente,
tant'è che risulta essere la parte più interessante e particolare dell'intero
complesso.
vignetta satirica, Adolf Loos |
A vederla da uno dei
blocchi laterali del cimitero può ricordare un'immagine, la famosa vignetta rappresentante Adolf Loos, nel quale l'architetto si interrogava sull'ombra lasciata da un
tombino sull'asfalto. Lo spazio di Aldo Rossi
è composto da elementi base, il cubo, il triangolo, le figure che sono la
matrice della geometria più elementare vengono utilizzate e diventano
magistralmente archetipi e punti fondamentali della sua architettura. Questo
utilizzo degli elementi è parte insostituibile di quello che più comunemente
viene denominato "citazionismo postmoderno" e funge da costante in
ogni suo disegno architettonico.
il cubo visto dall'alto |
Di notevole impatto anche la luce, soprattutto in relazione con la geometria delle forme, nell'imponente colonnato dell'ingresso scandisce la presenza delle colonne,
come se fosse parte integrante dell'architettura. Il vuoto, lo spazio lasciato
tra un elemento e l'altro è indispensabile condizione per la realizzazione
dell'opera. La luce diventa sostanza, dove passa la luce crea l'ombra che
fornisce essenza allo spazio.
Un luogo etereo, nel
quale si può sentire la pace della vita e della morte, la pace
dell'architettura nel suo gesto più sacro che è quello del custodire l'anima
dell'uomo.
il servizio fotografico:
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