Adalberto Libera, Villa Malaparte (1936) |
Architettura, arte contemporanea, vuoti e pieni, antropologia dismessa, archetipi e utopie
giovedì 26 luglio 2012
“La casa di Malaparte, come la pensò Libera, è una casa di riti e di
rituali, una casa che immediatamente ci riporta, con brivido, ai
misteri e ai sacrifici egei: un gioco antico in una luce italiana. Ha a
che fare con gli dei primitivi, e con le loro implacabili richieste.” (Domus 605 / aprile 1980)
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